Scritto da:
Scritto il:
28 Marzo, 2023
Riccardo Panfoli_foto2.jpg
Riccardo Panfoli

Demand planner per Prada Beauty per Asia, Medio Oriente e mercati emergenti, presso l’HQ mondiale di L’Oreal a Parigi. Ingegnere gestionale, vanta un’esperienza decennale nel campo della supply chain maturata in aziende multinazionali di settori diversi, dalla cosmetica alla componentistica.

Riccardo Panfoli sarebbe definito dalla stampa mainstream un “cervello in fuga”. Vive ormai da qualche anno a Parigi, dove lavora come Demand Planner per Prada Beauty per Asia, Medio Oriente e mercati emergenti, presso l’HQ mondiale di L’Oreal, multinazionale francese nota a tutti per i suoi popolarissimi marchi.

È partito da Arezzo, una piccola provincia italiana.

Qui il racconto del suo percorso e qualche utile consiglio per i giovani interessati a sviluppare una carriera nel settore della Supply Chain (a prescindere dal luogo dove questa li porterà).

Buona lettura!

Riccardo, oggi ricopri il ruolo di Worldwide Demand planner in L’Oreal: una posizione molto interessante per un professionista della Supply Chain, seppure giovane come te. Puoi descriverci il tuo percorso di carriera? Come hai scoperto la Supply Chain e quali motivazioni ti hanno spinto verso questa professione?

Grazie per il giovane, anche se purtroppo non lo sono più tanto, visto che sono più vicino ai 40 che ai 20! 🙂

Devo ammettere che il mondo della Supply Chain l’ho scoperto già ai tempi dell’Università, tra i banchi di ingegneria Gestionale, prima a Firenze per la laurea triennale e poi al Politecnico di Milano per la specialistica.

In quegli anni ho imparato le basi teoriche, ma soprattutto ho avuto la fortuna di poter fare le prime esperienza in azienda, grazie a due tirocini che, oltre ad essere stati la base delle mie tesi (triennale e specialistica), mi hanno permesso di scoprire un mondo, quello della Supply, che richiedeva un mix di capacità analitiche e relazionali, delle quali ero fortunatamente ben equipaggiato.

Per questo, dopo stage molto formativi ma ingiustamente non retribuiti, svolti in aziende medio-piccole, ho puntato ad entrare in una multinazionale e, con caparbietà ma anche con un pizzico di fortuna, pochi giorni prima della Laurea Specialistica, ho iniziato la mia carriera in L’Oreal Italia a Milano partendo da una stage, finalmente retribuito, nella Supply Chain della divisione largo consumo.

Da lì in poi le cose si sono succedute molto rapidamente: dopo lo stage, sono stato assunto come supply planner e dopo 2 anni e mezzo mi è stata affidata la responsabilità di gestire una squadra di 3 persone, come responsabile conto terzi, ruolo che ho ricoperto per circa 2 anni.

A questo punto, per motivi personali, ho scelto di trasferirmi in Francia, grazie ad un’opportunità arrivata da un importante gruppo internazionale, leader nella produzione e installazione di cavi. Qui ho potuto coordinare un progetto supply che coinvolgeva 3 differenti stabilimenti in due paesi ma, dopo un anno, sono ritornato in L’Oreal, questa volta a Parigi, come Global S&OP leader per la marca Kerastase e dopo 4 anni sono passato alla divisione lusso, dove attualmente ho due missioni principali: la responsabilità delle previsioni di vendita per Prada Beauty su tutto l’est del mondo (Asia e Medio Oriente) e il coordinamento logistico con la casa madre Prada per l’approvvigionamento dei loro punti di vendita su scala mondiale.

Lavori a Parigi, in una corporation con un profilo fortemente internazionale: può essere di ispirazione per molti tuoi colleghi più giovani intuire il tipo di opportunità e di prospettive che un contesto lavorativo come quello che vivi può offrire ad un neolaureato. Quali aspetti trovi più interessanti in un’esperienza come quella che stai facendo in questa fase della tua carriera?

Spero di non peccare di presunzione dicendo che l’esperienza all’estero è ormai un passaggio obbligatorio nella crescita professionale.

Io ho avuto la fortuna di poter fare una prima esperienza all’estero, passando un semestre in Finlandia durante l’università; grazie all’Erasmus, ho cambiato la prospettiva del mio percorso, perché ho capito che potevo dire la mia in un contesto internazionale.

Venendo alla mia attuale esperienza, deve ammettere che lavorare in Francia è stimolante perché l’università francese è di qualità e le persone finiscono il loro percorso di studi già pronte per il mondo lavorativo, loro sì giovanissimi. Infatti, ho molti colleghi di 23 anni neolaureati, che hanno alle spalle già 2-3 stage, ovviamente retribuiti.

In questo contesto, vivere a Parigi è quel qualcosa in più che solo questa città può offrire. Oltre all’ incontestabile bellezza della città, la sua dinamicità culturale e la sua voglia di continuare ad essere punto di riferimento per il mondo sono i fattori che permettono di fare delle esperienze che ti formano a livello personale, ancor prima che professionale.

Vivi nel cuore di una Supply Chain globale: quali sono le sfide più difficili che caratterizzano il tuo lavoro attuale?

Il contesto attuale ha mostrato come sia vitale avere una Supply Chain flessibile, pronta a reagire agli eventi meno prevedibili.

Nel mio campo, è fondamentale avere prodotti disegnati con distinte basi con pochi livelli, con componentistica condivisa fra più prodotti e, soprattutto, avere una base di dati robusta e che permetta di fare analisi su più assi.

Un’altra sfida, che va un po’ in controtendenza con quello che succedeva prima del Covid, è riuscire a trovare fornitori più vicini e possibilmente avere una rosa di fornitori per lo stesso prodotto o servizio. Questo tema è diventato ancora più d’attualità con l’aumento dei costi dell’energia, che nel mio campo ha provocato la scomparsa di molte aziende della filiera del vetro, con effetti a cascata sulla nostra capacità produttiva.

Indubbiamente sono necessarie forti competenze tecniche per fare il tuo lavoro: quali suggerimenti hai nei confronti dei tuoi colleghi più giovani? Quali argomenti di studio, quali strumenti, quali approfondimenti possono essere di maggior valore per affrontare un percorso di carriera come il tuo?

Dirò un’ovvietà ma ritengo che l’università italiana, in media, sia ancora una delle università che prepara meglio a livello teorico, però pecchiamo sulla padronanza degli “arnesi del mestiere” come Excel. Quindi il mio consiglio è cercare dei corsi per saper costruire file che colleghino più basi di dati ma anche saper usare Power BI, che é ormai lo strumento per creare i grafici che si presentano nei meeting.

Infine, penso sia importante restare aggiornati, magari seguendo professori o professionisti affermati su LinkedIn per leggere quello che pubblicano.

Al di là delle competenze tecniche, quali soft skill si sono rivelate più utili per te? Che qualità pensi siano importanti per chi intende crescere nella nostra professione?

Penso che la cosa più importante sia accettare l’errore e cercare sempre di essere propositivo nella collaborazione con colleghi o fornitori/clienti. La resilienza è una soft skill importante visto i momenti che viviamo, ma veramente penso che privilegiare il fattore umano sia il vero asso nella manica.

Get in touch

Iscriviti alla nostra Newsletter: ti promettiamo ogni mese un contenuto esclusivo sul mondo della Supply Chain, novità, interviste ed approfondimenti. Resta sempre aggiornato!

Download brochure

Scarica subito la brochure di JPS per conoscere la nostra realtà aziendale, le proposte che offriamo e i percorsi di formazione disponibili.