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19 Aprile, 2024
Elena Cocchiara

Nata e cresciuta a Cagliari dove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Cagliari e successivamente la specializzazione quadriennale in Genetica Medica presso la medesima Università. Ha approfondito le conoscenze derivanti dagli studi universitari con un Master biennale in Bioterapia Nutrizionale.

Esercita a Roma la professione di Biologa Nutrizionista.

È la Nutrizionista del Comitato Scientifico di Earth Day Italia e con infinita gioia collabora attivamente fin dai suoi esordi al “Villaggio per la Terra”: una grande e meravigliosa manifestazione di sostenibilità ambientale, che si svolge ogni anno a fine aprile a Villa Borghese e dove trovano spazio tantissimi eventi per grandi e piccini in tema di sostenibilità e cura della nostra amata Terra.

In occasione dell’Earth Day abbiamo intervistato Elena Cocchiara, biologa nutrizionista del Comitato Scientifico di Earth Day Italia, che ci spiega il nesso tra la nostra alimentazione e la sostenibilità ambientale e ci aiuta a capire come attraverso le nostre scelte di consumo alimentare possiamo ridurre il nostro impatto sul pianeta.

Per prima cosa, dicci qualcosa su di te, sulla tua professione e sulla tua partecipazione ad Earth Day Italia.

Volentieri! Sono laureata in biologia e nei primi anni dopo la laurea ho lavorato nell’ambito della ricerca sulle malattie genetiche rare. Ho iniziato con una specializzazione in genetica medica e solo in un secondo tempo dopo qualche anno di lavoro in Ospedali diversi, ho scelto di approfondire il ramo della nutrizione di cui sono stata da sempre molto appassionata. Da qui la scelta di completare le competenze già acquisite all’Università con un Master in Bioterapia Nutrizionale. Posso dire che la libera professione sia stata per me una mia precisa scelta e ora mi occupo sostanzialmente di educazione alimentare, per tutte le fasce di età. L’incontro Earth Day Italia è avvenuto nel 2018: come biologa che ama per definizione la Terra e la vita mi sono fatta coinvolgere da subito nelle iniziative di Earth Day entrando poi a far parte del comitato scientifico ed organizzando eventi di nutrizione e sostenibilità, in particolare in occasione della Giornata Mondiale della Terra.

L’Earth Day esiste dal 1970, ben prima che la parola sostenibilità assumesse la rilevanza e la diffusione di oggi. Perché oggi, 54 anni dopo la prima edizione, abbiamo ancora bisogno di un Earth Day?

Perché abbiamo bisogno di ricordare che ogni giorno è un Earth Day e che cambiare le nostre abitudini per tutelare la salute del Pianeta è possibile. Giornate come quella del 22 Aprile servono a ricordarcelo, a scuoterci dal torpore che a volte ci può far dimenticare che… non esiste un pianeta B! Ed è comunque un modo per veicolare buone pratiche e sensibilizzare grandi e piccini su questa tematica.

Perché una biologa nutrizionista deve far parte del comitato scientifico di Earth Day Italia? Che ruolo ha l’alimentazione nella prospettiva della salute del pianeta?

Rispondo con una domanda: si può restare in salute in un pianeta malato?

La prospettiva dovrebbe essere per noi tutti quella di una salute unica, perché non c’è possibilità di restare sani in una Terra malata, dove aria, acqua e suolo portano i segni di uno sfruttamento ed una mancata tutela ambientale.

L’alimentazione gioca un ruolo molto importante perché come dico spesso, il nostro piatto è la terra ed il primo passo consiste nel farsi delle domande su cosa sia ad orientare le nostre scelte alimentari. Un esempio semplice? Scegliere di mangiare secondo stagionalità.

È una delle scelte più sostenibili ed allo stesso tempo è un ottimo modo per ricavare dal cibo tutti quei nutrienti di cui il nostro organismo ha bisogno esattamente in quel periodo dell’anno. Pensa alle arance ricche di vitamina C in inverno, quando quella vitamina ti protegge dai malanni tipici del freddo o all’anguria in estate, ricca di acqua e sali minerali  quando la sudorazione è più elevata per le alte temperature.

Scegliendo frutta, verdura (anche pesce!) di stagione facciamo una scelta sostenibile per l’ambiente perché eviteremo coltivazioni in serra, sfruttamento intensivo dei terreni, l’uso di pesticidi o l’inquinamento causato dai trasporti.

Ritorna il concetto di salute unica: mangiare sostenibile fa bene a noi e anche alla salute del Pianeta.

La scelta di ciò che mettiamo nel piatto ha molte implicazioni, a ben rifletterci: riguarda la nostra salute, ma anche quella delle persone che vivono attorno ai prodotti alimentari. Come pensi si possa trovare un giusto equilibrio, che tenga conto degli interessi di tutti gli stakeholder della filiera alimentare – dal contadino in Indonesia, all’operaio di un’azienda che produce sughi, fino al negozio sotto casa?

Nelle aree urbane si consuma l’80% del cibo prodotto nel mondo è evidente che la produzione, la distribuzione e anche la riduzione dello spreco di cibo siano dei punti su cui è necessario un cambiamento.

In questo la strada è ben tracciata dai punti dell’Agenda 2030 come per esempio la promozione dell’agricoltura sostenibile ed in generale tutti e 17 gli obiettivi dell’Agenda 2030 penso siano dei traguardi che dobbiamo raggiungere al più presto.

In JPS siamo molto impegnati sul tema della sostenibilità delle Supply Chain: i professionisti che si occupano delle filiere – non solo alimentari – hanno un ruolo determinante per aiutare il nostro pianeta (o per danneggiarlo). Tutti noi però siamo anche consumatori, talvolta disorientati dai tanti messaggi che ascoltiamo, leggiamo o vediamo in giro. Cosa suggeriresti, nel tuo doppio ruolo di biologa nutrizionista e di membro attivo di Earth Day Italia?

Credo che l’impegno di JPS sia lodevole e condivido che la filiera sia un processo cruciale. Una volta ho sentito il termine Filiera Giusta, il concetto credo dovrebbe essere proprio quello di una maggiore giustizia. Quando dici che spesso si resta disorientati lo capisco ed è senz’altro così, perché orientarsi è complesso. Mi chiedi un suggerimento: io dico di iniziare a cambiare con un passo alla volta, partendo da qualcosa che è fattibile per noi.

Alcune idee per muovere i primi passi come consumatori più consapevoli possono essere per esempio: evitare gli sprechi, facendo attenzione anche all’aspetto della conservazione del cibo che acquistiamo ed evitando di  esagerare con le quantità in fase di acquisto in modo che nulla vada a male. Possiamo imparare a disporre i prodotti in maniera corretta nel frigorifero e nelle dispense. Possiamo prestare attenzione alla provenienza dei cibi e come ho detto prima scegliere secondo stagionalità, cibi locali da filiera corta, che non abbiano percorso un tragitto troppo lungo per arrivare fino al nostro piatto.

Un aspetto interessante è quello di provare a ridurre gli scarti, cioè evitare di buttare quelle parti di frutta, verdura e ortaggi che spesso sono considerate meno nobili. Se invece entriamo nell’ottica che, non solo possono essere commestibili, ma avere anche un valore nutrizionale, smetteremo di gettarle via. Un esempio? le patate: il 50% della fibra è contenuto nelle bucce e quella fibra è preziosa per l’organismo, quindi non sbucciare le patate può essere un altro esempio.

Sono piccoli gesti che possono portare ad un grande cambiamento.

JPS è attivamente impegnata nell’ambito della sostenibilità. Proponiamo corsi di formazione e business simulation per comprendere ed approfondire questi temi. In collaborazione con ASCM, affianchiamo le aziende nell’assessment delle loro pratiche di Supply Chain e nell’individuazione di opportunità per renderle più sostenibili.

Per informazioni scrivi a info@jpsconsulting.it

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