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30 Maggio, 2019

E’ da tempo ormai che si sente parlare del fenomeno “Internet of Things (IoT)” nei più svariati ambiti di applicazione (automobili connesse, dispositivi indossabili, apparecchi domestici, elettronica di consumo, smart building, …), ma a noi logistici tutto questo interessa o può interessare?

Secondo Gartner, tra gli otto grandi trend del 2019 che un buon logistico non deve ignorare, c’è senza dubbio il mondo IoT.

Ma quali sono gli ambiti logistici di implementazione e quali le principali sfide o rischi da affrontare?

Le possibilità di utilizzo dell’IoT nei trasporti e nella logistica di magazzino sono veramente molte;  gli “oggetti connessi in grado di monitorare il proprio ambiente, riportare il loro stato, ricevere istruzioni od anche agire in base alle informazioni rilevate” potrebbero includere telecamere, etichette RFID passive e attive, carrelli elevatori, bilance, automezzi, sensori di temperatura e tanto altro.

Alla luce della sempre maggiore automazione dei nuovi magazzini, una delle applicazioni emergenti è il monitoraggio dello stato di salute e dei tempi di attività dei sistemi di movimentazione dei materiali, così da avere informazioni in tempo reale sugli asset più critici, aumentare la velocità di intervento in caso di anomalie e, con il tempo, poter arrivare ad una vera manutenzione predittiva.

Ormai, sono realtà anche gli AMR (Autonomous Mobile Robots) che, in modalità wireless, comunicano informazioni con un sistema di gestione in Cloud e supportano le fasi di picking, accompagnando i preparatori nel loro lavoro. Il sistema in Cloud usa la conoscenza della posizione di ciascun robot e il carico di lavoro che deve ancora smaltire, per assegnare in maniera intelligente i prelievi ancora da svolgere all’interno della flotta di robot, assicurandosi nel frattempo che, qualora un picker abbia riempito un robot, ve ne sia già pronto un altro per poter continuare senza interruzioni.

Un video esplicativo lo si può trovare qui: https://www.youtube.com/watch?v=M2KdEHkGm3k

Per i processi di inbound e outbound possono essere posizionati dei sensori nelle baie di carico/scarico; si riuscirà così a misurare il numero di passaggi di un carrello dentro e fuori da un camion o i momenti di arrivo e partenza dei mezzi stessi dal deposito. I manager potrebbero essere avvisati, ovunque ed in tempo reale, dell’arrivo o della partenza di un mezzo o di un inefficiente processo di carico/scarico (un mezzo posizionato per un’ora in ribalta, ma coinvolto in operazioni di carico solo per 30 minuti).

Se pensiamo a tutta la catena del freddo nel caso di prodotti deperibili, le opportunità di avvalersi di oggetti smart, in grado di monitorare le condizioni di temperatura e di comportarsi a seconda degli accadimenti, è da non perdere.

Alcune realtà stanno usando queste informazioni non solo per ricevere alert, ma anche per migliorare le modalità di ventilazione o di stoccaggio quando l’analisi dei dati (una semplice “heat map”)  mostra delle aree di non uniforme refrigerazione all’interno del deposito.

Nella fase di trasporto poi i beni deperibili possono essere monitorati in continuazione ed allarmi o segnalazioni di violazione dei parametri inviati immediatamente al conducente o alla centrale. Ma la tecnologia consente anche di monitorare costantemente le modalità con cui ogni veicolo viene guidato o se i limiti di velocità sono rispettati, in modo da poter migliorare sicurezza ed usura della flotta.

Molti quindi gli ambiti di applicazione, ma quali i punti di attenzione da considerare nell’implementazione di un progetto IoT ?

In primis, dobbiamo considerare che l’adozione di tecnologia IoT è intimamente connessa all’acquisizione di grandi quantità di dati che devono essere analizzati per poter prendere decisioni, ma ciò che cambia soprattutto è la metodologia di approccio ai problemi: non più raccolta dati, analisi e intervento a posteriori, ma raccolta e analisi per interventi in tempo reale, a volte anche prima che gli eventi si verifichino. È un cambio di mentalità radicale.

A livello tecnico, sicurezza e privacy sono le sfide più grosse che i progetti IoT si trovano ad affrontare. Secondo Gartner rimarranno una sfida fino al 2025 per la mancanza di figure professionali con competenze adeguate, per le minacce in continua evoluzione e per la mancanza di standard comuni.

Potenziali barriere all’implementazione possono essere legate ai cambiamenti di metodologia di lavoro per i collaboratori, al potenziale coinvolgimento dei sindacati in caso di automatizzazione di processi, a problematiche sul finanziamento del progetto stesso o a variazioni della qualità o disponibilità di infrastrutture e servizi.

In conclusione, ecco alcuni dei consigli principali che Gartner ha individuato dai colloqui con gli “early adopters” per una buona riuscita di un progetto IoT:

  • Pianifica in anticipo la tua strategia di infrastruttura: potrebbe essere necessario aggiornare la rete wifi o l’infrastruttura di rete
  • Coinvolgi presto il team legale e forma il personale in etica digitale, bias algoritmico e norme sulla privacy
  • Valuta le lacune nelle competenze, definisci un piano di formazione per le risorse e coinvolgi partner esterni, se necessario
  • Coinvolgi il Chief Information Officer così da incrementare notevolmente le probabilità di successo del progetto.

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