Puntare sull’Alta Formazione per far ripartire il Paese

Tra le collaborazioni che coinvolgono gli istruttori di JPS, da Novembre, si aggiunge quella con Fondazione Aldini Valeriani, uno dei fiori all’occhiello nazionali della Formazione Professionale per le Imprese sul territorio.

Abbiamo intervistato la Responsabile Area Formazione per le Imprese e Direttore commerciale, Enrica Bonzani, per ascoltare la sua voce in merito all’importanza della formazione di qualità in azienda. L’asset strategico per fronteggiare il nuovo che avanza, le sfide della transizione digitale e green, è questo: trovare un equilibrio tra persone, processi e tecnologie, puntando su una formazione che alleni i talenti, allarghi i confini della conoscenza, aggiorni le loro competenze e sviluppi la loro creatività. Solo così sarà garantito un ritorno tangibile dell’investimento di risorse in termini di tempo, denaro e motivazione.

Chi conosce JPS sa che noi lavoriamo per questo.

La Fondazione Aldini Valeriani è un’eccellenza nel territorio per la formazione professionale: quali elementi sono alla base del vostro successo?

Produciamo layout formativi per tutti e progettiamo esperienze in empatia con chi le vive. Integriamo formazione manageriale con formazione tecnologica e specialistica. Abbiamo concepito un nuovo modo di fare formazione manageriale, prevedendo un design di percorsi che allargano i confini della conoscenza attraverso l’integrazione di formule e format diversi e complementari. Dietro c’è un profondo lavoro di ricerca e tanta cura dei dettagli. Offriamo quindi strumenti metodologici e di pensiero per sviluppare uno stile bilanciato tra capacità analitiche e capacità creativo-relazionali. Il nostro focus è l’impresa con le sue strategie e le sue persone e il mezzo diventa lo sviluppo di future skills. Padroneggiare le nuove tecnologie e poi innestare su questa conoscenza il proprio valore umano, connettendo dimensioni diverse di competenze, agganciando talento e creatività. Competenza, gender equality, digitalizzazione i pillar da sviluppare.

Siamo in una fase di grandi cambiamenti e di grande stress per le aziende: dal suo osservatorio quali sono le maggiori priorità che in questo momento emergono da parte delle imprese del vostro territorio?

La formazione professionale è al centro delle strategie comunitarie finalizzate alla ripresa economica e sociale, nonché alla transizione digitale e green, in quanto strumento utile a dotare i lavoratori e le imprese delle competenze abilitanti per questi processi di innovazione, crescita e sviluppo. Anche il Piano Nazione di Ripresa e Resilienza ritorna più volte su di essa, servono manager per far ripartire il paese. Un rapporto McKinsey sui fattori di successo nella Transizione Digitale evidenzia il tratto comune alle aziende che raggiungono i migliori risultati: sono tutte dotate di una strategia basata sull’equilibrio tra persone, processi e tecnologie. Prioritario puntare su azioni di up-skilling e re-training per contare su risorse aggiornate, competenti, creative e con spiccata capacità di fronteggiare il nuovo che avanza.

Quali prospettive si intravedono nel medio periodo? C’è fiducia in una fase nuova, nel segno della crescita?

Dal nostro osservatorio, notiamo grande fermento e voglia di affrontare nuove sfide. Ma esiste un importante divario tra piccole e grandi imprese. Oggi più che mai sono le GI a trainare la filiera in percorsi di trasformazione spesso radicali.

In che misura la formazione può collocarsi ora nel quadro dello sviluppo strategico delle aziende?

Di fronte alle sfide epocali della digitalizzazione e della transizione green la formazione, a tutti i livelli, diventa un asset strategico. Non solo per i manager che devono condurre l’impresa ma per tutto l’intero people aziendale.

In che modo organizzazioni come la vostra si predispongono per rispondere alle istanze delle aziende?

La nostra organizzazione conta su 100 professionisti che mettono a disposizione delle imprese clienti competenza, serietà e capacità di ascolto con brand specialistici abbinati a faculty di elevata qualità. La Faculty di Fondazione Aldini Valeriani è infatti composta da manager d’azienda, ricercatori, docenti universitari e top trainer a cui si affiancano 600 formatori ad alta qualificazione che assicurano uno standard di servizio di alto livello dimostrato dal tasso di fidelizzazione in continua crescita. Un gruppo di indirizzo lavora con focus sull’innovazione del design formativo e sulle soluzioni manageriali necessarie per posizionamenti vincenti sul mercato. Team di esperti tecnici lavorano allo sviluppo di format di training a contenuto tecnico e alla messa a punto di laboratori funzionali alla costruzione e trasferimento di competenze.

Vede la necessità di un cambiamento, in termini di capability delle organizzazioni che offrono formazione, alla luce del nuovo quadro di riferimento?

Sicuramente sì, perché il modello tradizionale è ormai da tempo superato. L’overdose di enti e di offerta formativa non di qualità, mettono a rischio il riconoscimento del valore della formazione che deve garantire sempre un ritorno tangibile dell’investimento di risorse in tempo, denaro e motivazione delle persone.

Quale parola chiave sceglierebbe per il 2022?

UMANESIMO DIGITALE